
Perchè si parla tanto di accensione ritardata dei riscaldamenti quest’anno?
E’ ormai nota a tutti, purtroppo, che la crisi energetica innescata negli ultimi mesi da diversi fattori tra cui il conflitto tra Russia e Ucraina si sia manifestata con l’aumento incontrollato dei prezzi delle forniture energetiche. La necessità a breve di accendere il riscaldamento negli edifici pubblici e privati porterà a bollette notevolmente costose.
Il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, il 6 ottobre ha firmato il “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale” per fronteggiare i rincari del gas naturale con l’obiettivo di ridurre i consumi e promuovere il ricorso alle fonti rinnovabili.
In base a quanto previsto dal Piano per scaldare le nostre case dovremo accendere i riscaldamenti:
- dal 22 ottobre al 7 aprile (15 giorni meno degli anni scorsi)
- per un massimo di 13 ore al giorno (1 ora in meno rispetto gli anni scorsi)
- con una temperatura interna degli edifici pari a 17 °C (+/– 2 °C di tolleranza) per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili e a 19 °C (+/– 2 °C di tolleranza) per tutti gli altri edifici (1°C in meno rispetto gli anni scorsi).
Queste riduzioni (tutte o solo alcune, in base alle tipologie di edificio) non verranno applicate a ospedali, cliniche e luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune, edifici adibiti alle attività industriali, artigianali e simili nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.
Le misure messe in atto dal Ministero della Transizione Ecologica non saranno sufficienti per tenere sotto controllo i costi delle bollette di gas ed energia elettrica per le famiglie: sarà necessario mettere in pratica più buone pratiche di risparmio energetico possibile sia per la gestione degli edifici che delle apparecchiature elettriche ed elettrodomestici.